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Il Significato Di Obuntu Bulamu Per Un’educazione Inclusiva

Femke Bannink, Ruth Nalugya e Geert van Hove insieme ad altri partner in Uganda hanno condotto lo studio “Educazione inclusiva basata sull’evidenza per i bambini con disabilità”. Hanno pubblicato un documento intitolato ‘They Give Him a Chance – Parents’ Perspectives on Disability and Inclusive Primary Education in Uganda’.. Con il loro lavoro mirano a dare una nuova prospettiva su come viene percepita la disabilità in Uganda e a sviluppare un modo migliore per includere i bambini con disabilità nel sistema di istruzione primaria.

Attualmente, gli interventi di istruzione inclusiva nei paesi a basso reddito sono dominati da definizioni e quadri di studi sulla disabilità e studiosi di ricerca educativa svolti da paesi con alto reddito. I ricercatori esplorano i temi “parti mancanti”, “capacità di gestione”, “appartenenza a una famiglia” e “opportunità” come concetti chiave di disabilità e inclusione, mentre cercano punti di partenza alternativi per programmi inclusivi di istruzione primaria. Hanno scoperto che il riconoscimento e l’appartenenza sono concetti fondamentali. E’ necessario riconoscere un bambino come un essere umano e parte dell’umanità (“obuntu bulamu”). Propongono un quadro in cui l’appartenenza (l’attaccamento alle persone e ai luoghi nella vita di una persona) è posta prima dell’essere (chi è la persona) e del diventare (cose che la persona fa durante la vita).

Sostengono che per promuovere l’educazione inclusiva in paesi a basso reddito sia necessario ascoltare bambini e genitori e sviluppare programmi di istruzione primaria alternativi e contestualizzati al paese di riferimento. Questi nuovi interventi inclusivi dovrebbero concentrarsi sul senso di unione e cura reciproca, che sono una parte essenziale della cultura ugandese.

Femke Bannink è un ricercatore che lavora sull’inclusione dei bambini con disabilità. I risultati dello studio riprendono quelli delle sue precedenti ricerche sull’appartenenza e l’inclusione in Uganda, in cui ha scoperto che il coinvolgimento dei genitori e il loro status socio-economico gioca un ruolo importante nello sviluppo cognitivo dei bambini con spina bifida e idrocefalo, anche più di altri parametri (es. medici). Geert van Hove è anche ricercatore nel campo degli studi sulla disabilità e dell’educazione inclusiva, mentre Ruth Nalugya è una scienziata sociale presso l’Unità di ricerca MRC/UVRI e LSHTM Uganda e Direttore Esecutivo della Spina Bifida e Hydrocephalus Awareness Network.

Questo studio è stato finanziato dalla Federazione Internazionale per la Spina Bifida e l’Idrocefalo attraverso il sostegno di Norad, l’Agenzia norvegese per la Cooperazione allo Sviluppo.